Pappagalli, Uccelli

Come scegliere i semi per uccelli

Quasi tutti i pappagalli e molti uccelli mangiano semi a diversi stadi di maturazione, appartenenti a varie classi vegetali. Il seme è il risultato del processo riproduttivo della pianta, da cui originerà una nuova pianta completa. In esso sono custodite gelosamente tutte le informazioni per la costruzione del nuovo organismo oltre alle sostanze nutritive che ne possano permettere la germinazione in condizioni ottimali. Nel complesso, le sostanze di riserva del seme sono di varia natura: nei cereali, come frumento e mais, prevalgono i glucidi (circa il 75% della sostanza fresca); in legumi, quali il fagiolo, sono prevalenti le proteine (sino al 40%), mentre i lipidi prevalgono nei semi di arachide e di colza (circa il 40%) e questo per noi è un grande vantaggio. Ogni pappagallo, infatti, ha esigenze nutrizionali differenti e basandoci sulle sue abitudini in ambiente naturale possiamo scegliere i semi più adatti per i nostri animali in cattività. In commercio vi è una grande varietà di prodotti più o meno adeguati, sia per quanto riguarda i tipi di semi che per quanto riguarda la composizione stessa dei mangimi. Come premessa generale, bisogna tenere in considerazione che tanti prodotti seguono prevalentemente una logica commerciale più che scientifica: creare immagini accattivanti per l’acquirente e inserire all’interno dei misti parti colorate fa semplicemente parte di una strategia di marketing. La maggior parte delle marche di prodotti per animali elabora prodotti per varie fasce di clienti, da quelle più economiche vendute anche nei supermercati a quelle più professionali. Per questo motivo non è sufficiente affidarsi a una marca in particolare ma conoscere e imparare a leggere le caratteristiche dei singoli prodotti, e ho deciso di scrivere questa breve guida proprio per questo fine.

Per scegliere un buon misto semi valgono poche e semplici regole!

1- Non basta che ci sia la figura del nostro pappagallo sulla confezione! E’ necessario conoscere i semi adatti ai nostri amici animali e alla specie che deteniamo. Questo perché la maggior parte delle volte la distinzione tra i misti si basa soprattutto sulla differenza tra pappagalli grandi, medi e piccoli, quando in realtà bisognerebbe considerare le singole specie.

2- Etichetta. Sull’etichetta leggiamo tre diverse indicazioni sul prodotto che sono ingredienti, composizione e componenti analitici.

Gli ingredienti vengono indicati dalla componente maggiore alla minore (per esempio: miglio, scagliola, cardo ecc). Non tutti i prodotti hanno l’elenco completo degli ingredienti.

• Un buon prodotto presenta la percentuale dopo ogni componente elencato.

La composizione riguarda il tipo di elementi contenuti (per esempio: semi, frutta, additivi…)

• Un buon misto ha riportate tutte le percentuali degli elementi contenuti.

I componenti analitici sono le quantità di grassi, proteine, fibre, minerali, vitamine

• Un buon misto presenta l’elenco dei componenti analitici completo e possibilmente dei singoli tipi di minerali presenti e le quantità

3- Cosa non deve esserci dentro a un misto semi: un buon misto semi NON contiene altro oltre i semi stessi.
Il seme è biologicamente progettato per essere altamente conservabile perché contiene al suo interno una minima quantità di acqua, che ne permette la quiescenza per lunghi periodi e lo protegge dall’attacco di muffe e batteri: per questo motivo non c’è bisogno di confezioni o additivi particolari. Nei prodotti commerciali di livello medio-basso, come anticipato, ritroviamo delle “aggiunte” utilizzate per questioni di marketing, per invogliare all’acquisto, come pezzi di frutta secca, palline di estrusi, erbe secche: tutti questi elementi non hanno la conservabilità dei semi e necessitano dell’aggiunta di conservanti che possono essere più o meno mascherati e denominati come “derivati di origine vegetale” in quanto oli utilizzati come conservanti o con le derivazioni commerciali “E” seguito da un numero, oppure ancora come composti chimici. (https://www.agroscope.admin.ch/dam/agroscope/it/dokumente/themen/nutztiere/futtermittel/futtermittelkontrolle/2-liste-zugelassenen-futtermittelzusatzstoffe.pdf.download.pdf/2-liste-zugelassenen-futtermittelzusatzstoffe.pdf per approfondire) Inoltre, l’aggiunta di questi elementi aumenta la polverosità del misto, che può intaccare l’aspetto del seme. Per questo motivo i semi vengono trattati con oli o paraffine per renderli più lucidi e per migliorarne l’aspetto.

Esempio di misto semi da evitare pieno, oltre ai semi, di aggiunte malsane.

PERCHE’ QUESTE SOSTANZE ADDITIVE POSSONO ESSERE PERICOLOSE PER LA SALUTE DEL NOSTRO AMICO PIUMATO?

Di seguito esaminiamo punto per punto le sostanze che possono creare problemi e perché.

• Conservanti: possono creare irritazioni al tratto gastroenterico oltre al fatto che alcuni uccelli mostrano una elevata sensibilità individuale.

• Oli aggiunti: al contrario degli oli naturalmente contenuti all’interno dei semi, che sono protetti dal tegumento dei semi stessi, sono liberi e maggiormente predisposti all’irrancidimento, sia in seguito a sbalzi di temperatura (frequenti durante il trasporto) che alla esposizione alla luce solare nelle confezioni trasparenti. I grassi irranciditi provano aumento dello stress ossidativo a livello cellulare e rilascio di radicali liberi che provocano infiammazione, soprattutto a livello del tratto gastroenterico.

Frutta essiccata: anch’essa deperisce molto più rapidamente sei semi, inoltre contiene una percentuale maggiore di acqua rispetto ai semi (circa il 20% rispetto al 10%) che aumenta l’umidità del prodotto e favorisce lo sviluppo di muffe e batteri. Inoltre, anche se ben disidratata, la frutta secca è IDROSCOPICA: ciò significa che assorbe molto velocemente l’acqua che è presente sia nell’ambiente che nell’aria, quindi una volta aperta la confezione, la percentuale di acqua della frutta secca aumenta inesorabilmente.

• Estrusi: sono composti prevalentemente da farine e per dare la classica forma a pallina sono compressi ad elevate temperature e quindi cotti. Sulla superficie vengono poi attaccate vitamine sintetiche tramite l’utilizzo di oli. Le vitamine sintetiche così trattate hanno un’emivita molto breve, inoltre sono facilmente denaturate anch’esse da calore e umidità. In più queste farine compresse ad elevate temperature sono un favoloso substrato nutritivo per muffe e batteri.

• Erbe secche: oltre ad aumentare di molto la polverosità del prodotto, possono portare con sé spore micotiche che contaminano il prodotto.

LA QUALITA’ DEL SEME

Un buon seme, inoltre, non deve essere polveroso. La polverosità dipende dall’altezza di taglio della pianta nel campo: se la pianta è tagliata troppo vicino al terreno, viene contaminata con parti di terra che portano con sé la maggior quantità di spore fungine (tra i più diffusi Aspergillus, Fusarium spp.) che contaminano il prodotto. Queste spore, oltre ad essere ingerite, possono essere respirate dai pappagalli quando mettono il becco all’interno della ciotola e possono addirittura andare a creare gravi problemi respiratori.
In sintesi, un seme di scarsa qualità e quindi polveroso potenzialmente contiene spore microbiche e fungine silenti che, inserite in un misto che contiene all’interno sostanze nutritive libere come piccoli estrusi, oli e grassi e sostanze più ricche di acqua e maggiormente idroscopiche come la frutta secca, trovano il perfetto ambiente per replicare e crescere. Spesso, quindi, il problema non nasce nemmeno dal seme in sé, che può essere anche un buon seme, ma da tutto quello che viene aggiunto attorno.